13 agosto 2009

Resoconto di viaggio

Eccomi di ritorno dai bellissimi giorni trascorsi a Bruxelles.

Ho visto tantissime cose, e mi sono innamorata della città che mi ospiterà per 6 mesi, ed ho imparato a girarla abbastanza.. O per lo meno riesco a salire sulla metro nella direzione giusta rispatto a dove devo andare :-)! Diciamolo, ho avuto momenti di sconforto durante le camminate eterne per viuzze non segnate, e ragionare su cartine orientate male e grandi come tovaglie non è proprio la cosa per la quale sono nata! Ma i 2 giorni sono stati utili, e mi son davvero serviti, anche se non ho ancora trovato casa. Ho visitato 4 appartamentini; uno a 270€, con altri 6 ragazzi scapestratissimi stile artista incompreso, poi una da 350€ che io mi sarei vergognata solo ad affittare. In seguito è venuto il momento di una a 280€ al 7 piano d'una casa su, appunto, 7 piani (talmente grandi che su uno c'era solo il wc :-D), e l'ultima una da 350€, in una piazzetta meravigliosa poco a sud del pentagono (il centro città), bellissima casetta con bellissima cameretta! Ora sarà da valutare, decidere e comunicare, uff...

Però Bruxelles già mi manca. Mi manca quell'aria frizzante da città multi culturale; mi manca camminare per strada e vedere mille volti di mille colori, che comunicano in mille maniere, mi manca voltarmi in città e vedere due ragazzi omosessuali che vivono serenamente la loro sessualità (o per lo meno pare sia così); mi manca il menefreghismo delle persone, e il negozio con il profumo di brioches burrose calde. Mi manca un po' l'atmosfera insomma. Me la sono goduta meglio che ho potuto, anche i supermercati, che adoro *_*!
Ebbene sì, perchè io una passione sfegatata per i supermercati belga e francesi, e nemmeno una passione segreta a dire il vero. Non so cosa dirvi: ci passerei ore dentro, a guardare le scatole, gli yogurt da bere, i panini e tutte quelle cose adorabilmente carine che loro fanno! Mi è capitato a volte di entrare e starci anche mezz'ora, solo a girare, per poi uscire senza nulla; mi mettono come gioia, soddisfazione :-D!

Il viaggio di ritorno è andato benone, comprese le turbolenze che mi ammazzano lo stomaco che mi si gira come una monetina, blurp; ma non ho vomitato :-D! All'areoporto di Bruxelles ho trovato una cosa bellissima: l'asciugamani verticale (che ho fotografato, tadaaaa)! Una genialata di non so chi, comodissimo, bellissimo, praticissimo e divertentissimo, tu ci infili le mani e le muovi su e giù allegramente, e in una 20ina scarsa di secondi si asciugano grazie al getto d'aria calda superpotente!
Anche se sono salita tra gli ultimi (odio mettermi in fila 3h prima dell'apertura dell'imbarco) ho preso comunque un posto vicino al finestrino! Vedere le nuvole dall'alto mi piace un sacco: sembrano panna montata densissima, e vedere da sopra la loro ombra sulla terra da una sensazione di altezza incredibile. Per non parlare dei laghi: a vederli dall'alto sembran dei pezzetti ben tagliati di carta liscissima, e quando noti i puntini bianchi sulla superficie ti verrebbe da pulirli via con un soffio da quanto sembra perfetta la superficie.

Ma la cosa migliore, che dir si voglia, per me è sempre il viaggio, come cosa effettiva, non come idea. Partire, tornare, il mezzo, l'agitazione e poi la leggera nostalgia. Forse è una sensazione che mi sono creata, e non sempre me ne vanto, anzi: aver continuo bisogno di sentirsi in partenza o di ritorno non è un po' come avere sempre il pepe sul sedere, ma mi da la carica. Non mi mancano le persone, è raro: ne sento più la nostalgia se non le vedo e siamo nella stessa città, ma dopo che son partita... puff, il vuoto. La voglia di tornare, poi, la mancanza e il concetto di "casa" me lo creo, perchè tornare vuol dire che prima o poi ci sarà una nuova partenza. Questo non vuol dire che non voglio bene a chi mi sta attorno, ma è un bene che prescinde dal mio agire, da ciò che voglio e faccio; e sì, è da egoisti.

* * *

Quando ero in Francia, il mio babbo mi scrisse una frase che mi piacque molto (che è poi il titolo d'una canzone di Paul Yang) e che secondo lui mi si addiceva molto:

"Wherever I lay my hat, that's my home"

ed è stato come avere in prestito da un altro le parole per descrivere ciò che sento.

1 commento:

vivi ha detto...

Bellisimo testo, Marti... :*

Curiosoni fissi